giovedì 2 febbraio 2012

Omsa e internet, un caso da manuale (da MOLECOLE.IT)

Ecco come è nata la campagna su Facebook che ha visto oltre 100mila adesioni

di Redazione   CENTOPASSI N° 0 GENNAIO 2012

 
Il primo passo è quello di attivare ciò possiamo definire il “Trattamento Ronnie”, un’operazione virale che consiste nell’invitare i cittadini digitali ad esprimere i loro giudizi sulla bacheca
del “bersaglio”, un po’ come è avvenuto quando Red Ronnie, nel corso della campagna elettorale per
le amministrative milanesi, entrò a gamba tesa nello scontro tra Pisapiae la Moratti. In poche ore, migliaia di utenti postano commenti che hanno come comune denominatore la parola “vergogna”. Lo staff dell’azienda non si aspetta una reazione così improvvisa e potente da parte dei cittadini, balbetta una replica ma non c’è niente da fare: il passaparola è partito e la Omsa sta per bruciare il suo bene più importante, la brand reputation. E tuttavia, in questo caso, il “Trattamento Ronnie” non basta. Occorre creare un controbrand, un titolo per quella trama collettiva che si dispiega rapidamente in rete. Il primo gennaio scrivo un post sul blog del popolo viola: “Un impegno concreto per il 2012: Mai più Omsa”. Eccolo il controbrand, “Mai più Omsa“, che presto diventerà un evento con 80.000 adesioni, numeri giganteschi per quella che fino a poco prima poteva essere considerata una vertenza
ordinaria, come tante ce ne sono nel Paese. Il caso Omsa viene ripreso allora da tutti i media tradizionali e per giorni occupa le pagine dei giornali e dei quotidiani on line, impazza nei tg e
nelle radio. E infine, nel giorno della Befana, si materializza nelle città con i volantinaggi davanti ai punti Golden Point. A quel punto l’azienda capisce che la campagna di boicottaggio partita
dalla rete avrà effetti concreti sulle vendite. Il 6 gennaio il Tg3 dà notizia di un drastico calo delle vendite dei collant dell’Omsa. Anche nella dialettica capitale-lavoro, da oggi, entra a pieno titolo un nuovo soggetto: la Rete.




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