sabato 5 maggio 2012

Riforma del mercato del lavoro: c'è solo il rigore e scomapre il futuro soprattutto per giovani e precari

di Alessandro Rampiconi  Centopassi N 1 Maggio 2012


Quando si è insediato come Presidente del Consiglio, Monti ha introdotto il trittico rigore-equità-crescita. Per il momento abbiamo visto solo il rigore, dell’equità e della crescita neanche l’ombra. Le recenti riforme presentate dall’esecutivo chiedono soltanto sacrifici ai lavoratori dipendenti senza un minimo di giustizia sociale e senza creare un posto di lavoro in più. Dentro questo quadro la crisi continua e continuano a pagarla i soliti noti, con un costo altissimo per i giovani ed i precari. A questo proposito è intervenuto su rassegna.it il Professor Michele Raitano, ricercatore di Politica Economica all’Università La Sapienza di Roma, il quale definisce così la riforma del mercato del lavoro: "Incoerente, contraddittoria, ma soprattutto senza un minimo di attenzione per i giovani. Parlare di rigore va bene, ma definire equa questa riforma davvero non ha senso". Una proposta, quella dell'esecutivo, che va letta insieme a rimodellamento delle pensioni. Il cerchio si chiude con meno tutele per molti e senza interventi concreti sulla flessibilità selvaggia. Ma quello che colpisce è che, al contrario di quanto si è voluto far credere, per i giovani non si è fatto nulla”. Come CGIL di Terni, partendo proprio da quest’analisi, pensiamo di dedicare un pezzo della mobilitazione in modo particolare al tema delle politiche giovanili con iniziative e strumenti specifici che vogliamo costruire sulla base della partecipazione delle giovani compagne e dei giovani compagni iscritti alla nostra Organizzazione. Una mobilitazione necessaria per rispondere all’accanimento del Governo: prima tolgono alle giovani generazioni persino la possibilità di calcolarsi l’anno della pensione, in quanto il diritto sarà legato alla speranza di vita senza più alcuna certezza sulla maturazione, poi non si fa nulla per cancellare la precarietà e per garantire la continuità del reddito. Anche i piccoli passi fatti nella giusta direzione non sono sufficienti a dare risposte; infatti, è inutile alzare la contribuzione dei contratti precari se non si interviene sui periodi di non copertura contributiva dei lavoratori e soprattutto se non si sconfigge il rapporto inversamente proporzionale che c’è tra precariato e diritti. Così come rimane una mera enunciazione di principio quella di rendere l’apprendistato il “contratto prevalente” per l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani, quando permangono tutte le altre forme di lavoro precario. In questo senso è interessante leggere i dati nella provincia di Terni: tra il 2010 e 2011 sono diminuiti i contratti a tempo indeterminato (-921%) ma anche a tempo determinato (-356%) e il citato apprendistato (-109), contemporaneamente sono aumentati il lavoro interinale (+286%) e il lavoro intermittente (+963%). Tutto questo per dimostrare che il poco lavoro che c’è a Terni vede anche una fortissima precarizzazione e tra i contratti l’apprendistato è uno dei meno richiesti, quindi per renderlo prevalente bisogna sicuramente fare cose più concrete. Serve una seria lotta alla precarietà e una reale estensione degli ammortizzatori sociali laddove, invece, si è compiuto un vero e proprio massacro: si è tagliato drasticamente a chi poteva essere coperto da ammortizzatori anche per quarantotto mesi senza prevedere la copertura ai precari, giacché per accedere alla nuova assicurazione sociale per l'impiego (ASPI) c’è bisogno di una continuità di impiego e contributiva che di fatto taglia fuori tutti i lavoratori atipici. E’ indispensabile estendere l'indennità di disoccupazione a tutti coloro che oggi ne sono esclusi, come chiedono I Giovani Non + disposti a tutto, così come è necessario estendere le tutele. Il diritto alla maternità e paternità, il diritto alla malattia intesi come diritti universali e garantiti a tutte le tipologie di lavoro. Considerando che esiste già una sorta di salario di ingresso dei giovani, anche in questo caso è utile fare esempi concreti; sempre a Terni, se guardiamo il monte salari dei lavoratori INPS scopriamo che gli under 35 percepiscono in media 388 euro in meno rispetto agli over 35. Insomma, su giovani e precarietà c’è molto da fare e come CGIL abbiamo l’ambizione di far ricomparire nella riforma del mercato del lavoro il diritto ad un futuro.

Nessun commento:

Posta un commento