sabato 5 maggio 2012

Donne: Tra lavoro e Famiglia





Nei primi nove mesi del 2011 in Italia quarantacinquemila donne hanno lasciato il posto di lavoro e il 40% di esse ha preso questa decisione per dedicarsi alla famiglia; gli uomini che lo fanno per lo stesso motivo sono solo il 3%. La scelta non è così volontaria come potrebbe sembrare, poiché il problema maggiore per le donne è il sistema italiano che non fornisce servizi alla famiglia, non organizza strutture e non porta avanti politiche di conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita. Le donne hanno più difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro anche quando dimostrano di essere più competenti degli uomini e quando ci riescono, si vedono offrire stipendi più bassi e contratti temporanei; a molte di esse è negata l’assunzione se durante il colloquio alla domanda: “Ha intenzione in futuro di formare una famiglia e avere dei figli?” rispondono innocentemente di sì, o altrimenti vengono licenziate non appena comunicano al datore di lavoro di essere incinte. La crisi economica ha drasticamente peggiorato le condizioni di lavoro delle donne con stipendi più bassi a fronte di carichi di lavoro maggiori, con l’innalzamento dell’età pensionabile, con i tagli a servizi fondamentali come asili nido e assistenza sanitaria, con la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali, con una classe politica che negli ultimi anni si è dedicata all’umiliazione e alla mortificazione della figura femminile fino a mercificarla e renderla marginale invece di riconoscerle i propri meriti. In realtà, è proprio grazie ad una buona occupazione della donna che l’Italia può sperare di ripartire, è proprio dando spazio alla grande risorsa femminile che si può immaginare una crescita che non sia solo economica ma anche culturale: la Womenomics è una teoria economica che studia la stretta connessione che c’è tra lavoro femminile e crescita economica e afferma che il lavoro delle donne è oggi il più importante motore dello sviluppo mondiale; addirittura nei Paesi dove la donne lavorano di più si registra una maggiore crescita demografica, a dimostrazione del fatto che i figli non sono un ostacolo all’occupazione ma anzi un’importante risorsa per il futuro del Paese. L’Italia è in ritardo e in controtendenza, siamo al penultimo posto in Europa come occupazione femminile, ed è da qui che dobbiamo ripartire associando ad una maggiore opportunità lavorativa anche serie politiche di conciliazione e servizi alla famiglia che contribuiscano al benessere delle lavoratrici, dei lavoratori e del Paese intero.

 Lo Stato Sociale in Italia non garantisce alcun supporto

di Laura Ricci Centopassi N 1 Maggio 2012
 




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