giovedì 2 febbraio 2012

Sindacalisti ai tempi di facebook

Piazza virtuale o piazza reale? Meglio stare in entrambe

di Alessandro Rampiconi CENTOPPASSI N° 0 GENNAIO 20012


Si è parlato spesso di comunicazione e di giovani generazioni, di come intercettarle e di cosa può fare il sindacato per interpretare i bisogni e tutelare i diritti. Oggi è il tempo di Facebook e non possiamo cadere nell'errore colossale di aprire una discussione sterile sui social network e nemmeno dividerci
tra i conservatori, che s o s t e n g o n o l'azione classica del sindacato (assemblea - delega- iscritto), e i figli della Silicon Valley, sostenitori dei nuovi metodi. Lo dico subito, non condivido nessuna delle due ipotesi: sono convinto che i due sistemi siano complementari e vadano entrambi perseguiti. Se ci pensiamo un attimo la comunicazione si è sempre evoluta, dalla stampa ad internet non ci sono mai state sostituzioni. Il sindacato non può abbandonare i metodi classici della rappresentanza, soprattutto oggi che questo modello sindacale viene messo in discussione. Al contempo, deve mettere in campo soluzioni nuove per avvicinare al sindacato soggetti e collettività che altrimenti non lo farebbero. Non è un caso che la CGIL Nazionale e quella dell’Umbria siano presenti su Facebook e addirittura la FIOM Nazionale abbia di recente lanciato un social network tutto suo chiamato “FIOMNETWORK”. Anche la Terni la CGIL ha fatto il suo ingresso in Facebook (www.facebook.com/CGILTERNI ). Ma il fenomeno è particolarmente intenso soprattutto tra i lavoratori che si sono costituiti in gruppi per discutere della propria azienda, delle sue problematiche e di come organizzarsi. Allora il problema è il seguente: è giusto, come sindacato, partecipare a questa discussione? Se sì, come ci poniamo in questa piazza virtuale? La discussione naturalmente è aperta, con la consapevolezza che quella piazza virtuale non è altro che “la pancia” dei lavoratori, con i pregi e i difetti che questo comporta. Stare dentro a questo sistema significa anche avere il polso della situazione in tempo reale e, dove possibile, far transitare le tue posizioni e la soluzione ai problemi che i lavoratori/cittadini pongono. Certamente questo risultato si deve ottenere anche con il lavoro quotidiano dei delegati e delle delegate, ma vedere che accordi sottoscritti un’ora prima sono già in rete, con tanto di commento, fa fare un salto di qualità alla comunicazione, ed intervenire da quel momento fino all’assemblea diventa centrale per costruire il consenso da un lato ed orientare l’organizzazione dall’altro. Tutto questo funziona a due condizioni: 1) saper rispondere anche alle semplificazioni e al qualunquismo che in questo ambito è accentuato; 2) Preparare un terreno in cui il binomio retedelegato funzioni, grazie ad un lavoro a monte di sindacalizzazione dell’azienda e di consolidamento delle relazioni con i lavoratori. Pensiamo, inoltre, a tutti quei luoghi di lavoro presenti anche nella nostra provincia sempre più frammentati e “precarizzati”, frequentati per lo più da giovani molto qualificati. Luoghi, questi, ancora difficilmente accessibili al sindacato per difficoltà del tutto oggettive e dove, appunto, dobbiamo essere noi a costruire la “piazza virtuale” per consentire lo scambio di informazioni e mettere in contatto mondi apparentemente diversi, ma che devono stare insieme. La campagna nazionale “Giovani non più disposti a tutto” (www.nonpiu.it)) parte da questo presupposto e soprattutto parte, non a caso, dal web. Insomma, ai tempi di Facebook non scompare per nulla la figura del sindacalista, che, semplicemente, deve aggiornarsi e imparare a sfruttare al meglio le nuove opportunità della rete, senza lasciare la piazza reale, perché rimane reale il bisogno di difendere i diritti di chi lavora.

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