Di FAB.RI e ALE.RAM Centopassi N 2 Gennaio 2013
Quale è la condizione delle ragazze e dei ragazzi ternani? Quali sono le possibili strategie di intervento? Cosa ne pensano i partiti della sinistra

Uno degli obiettivi fondamentali
di “Cento Passi”, il periodico dei giovani della Cgil di Terni, è quello di
sollecitare un dibattito sulla condizione giovanile, con particolare attenzione
alla situazione locale. Per questo abbiamo deciso di organizzare un forum con i
responsabili delle politiche giovanili dei partiti di centrosinistra (essendo,
crediamo, troppo distante da noi la cultura politica della destra, tutta
business, immagine e sicurezza). A questo primo appuntamento del forum (che noi
vorremmo trasformare in uno spazio di discussione permanente) hanno partecipato
tre forze politiche locali: Sel, Idv e Rifondazione Comunista. Pd e Socialisti,
naturalmente invitati a partecipare, non hanno potuto portare il loro
contributo, ma si sono detti assolutamente disponibili a rientrare al più
presto nel forum.
Ecco una sintesi di questa prima
discussione.
Cento Passi
Abbiamo sentito l'esigenza di
organizzare questo forum perché avvertiamo l'assenza di un dibattito adeguato a
livello locale (ma anche nazionale) sulla questione giovanile, e perché, come
sindacato, ci poniamo il problema di come rappresentare un mondo del lavoro
sempre più difficilmente rappresentabile. E poi, il disagio giovanile non è
solo legato alla condizione lavorativa, ma è un problema sociale in senso più
ampio, ad esempio collegato alla mancanza di spazi, che non siano soltanto
luoghi di consumo.
Allora, il punto è questo: le
forze politiche che governano a livello locale devono avviare un dibattito. Non
pretendiamo ovviamente di avere oggi soluzioni, ma chiediamo che di questo tema
si cominci a parlare sul serio.
DANIELE OLIVI (Rc)
Credo che nei partiti si parli
dei giovani, ma il problema è che lo si fa sempre in maniera abbastanza
superficiale. Si dice sempre: diamo spazio ai giovani, ma questa rischia di
restare una frase fatta. Certo che è che i dati che avete elencato, ai quali
aggiungerei l'ormai immancabile condizione di precarietà dei giovani, ci
parlano di una situazione critica. Per questo ritengo che sia necessario fare maggiore
ricerca sulla condizione dei lavoratori precari. E questo è senz'altro un
compito dei partiti, da portare avanti insieme al sindacato.
LUCIANO ZARA (Sel)
Prima di tutto, il fatto che io
non sia un giovane testimonia la difficoltà che i partiti incontrano nell'avere
una militanza attiva giovanile forte e convinta. Parlando di precarietà, va
detto che ormai questo non è un tema esclusivamente giovanile visto che è
facilissimo trovare 50enni che sono precari da decenni, pensiamo a mondo
scuola. E questo crea quasi un'assuefazione a considerare non solo il posto
fisso, ma addirittura la possibilità di arrivare a stabilizzazione in futuro,
come un privilegio. Certo, i giovani sono quelli che ne soffrono di più. Una
volta c'era differenza di retribuzione tra uomini e donne, oggi si è aggiunta
una differenza generazionale.
Contro questo ricatto della
precarietà a Terni abbiamo però lanciato un'iniziativa, un comitato ternano di
sostegno alla legge popolare sul reddito minimo garantito ed è partita la
raccolta firme davanti a ufficio provinciale per il lavoro.
LORENZO DI SCHINO (Idv)
In generale i partiti parlano
della questione giovanile, ma nel mio partito il dibattito è troppo
superficiale. Si guarda esclusivamente la sfera nazionale, quando il problema va
invece calato sul territorio. Per questo mi convince l'idea di creare un forum
permanente, coinvolgendo tante realtà giovanili, il cui obiettivo sia formulare
una proposta per cambiare la realtà attuale.
Io vedo due punti di intervento
prioritari: uno sull'istruzione, secondaria e universitaria e l'altro sul mondo
del lavoro e sulla precariato, che ormai non è più una condizione individuale,
ma una vera e propria classe sociale.
Fondamentale, a mio avviso, è il
rilancio della formazione professionale e dell'università, che va portata per
lo meno al livello di quelle europee. Non è possibile che i nostri pari
stranieri siano sul mercato del lavoro 2-3 anni prima. Dal momento che c'è l’Unione
Europea dobbiamo cercare di partire tutti quanti dallo stesso punto di
partenza.
Cento Passi
A Terni l'occupazione giovanile
(25-35) è ferma al 63% contro il 78% di Perugia. Ci sono meno opportunità di
lavoro e la retribuzione media di un giovane è di 400 euro inferiore rispetto a
un over 35. Siamo un territorio che chiude Ingegneria dei materiali, che chiude
metallurgia, mentre si continuano a sfornare corsi per parrucchiera. Quali sono
le vostre idee rispetto a questa emergenza occupazionale?
DANIELE OLIVI (Rc)
A Terni come in Umbria le politiche
nazionali hanno impoverito regione, province e comuni. Ma io credo che andrebbe
fatto uno sforzo per finanziare progetti di inserimento lavorativo. Con una
regola precisa però: che alla fine del periodo di prova le aziende debbano
assumere il lavoratore.
LUCIANO ZARA (Sel)
Dobbiamo essere consapevoli del
fatto che una serie di risposte non possono più venire nemmeno dal livello
nazionale, ma serve un livello almeno europeo. C'è però qualcosa che si può
fare anche a livello locale. Ad esempio la Regione Puglia, che nell'ultimo anno
ha avuto il miglior risultato sul tasso di occupati, ha messo in campo una
serie di azioni sull'imprenditoria giovanile, con incentivi per studiare
all'estero e poi ritornare in Puglia, utilizzando risorse europee. E' un
esempio che andrebbe studiato. E poi occorre ripensare come si utilizzano le
risorse sulla formazione.
LORENZO DI SCHINO (Idv)
Il parallelo occupazionale con
Perugia ha un spiegazione semplice: negli ultimi anni Terni ha risentito del
crollo dell'attività industriale italiana. Per Terni, credo che una possibilità
di rilancio stia in un forte investimento sulla green economy, mettendo a
sistema le realtà imprenditoriali che negli ultimi anni si sono fatte avanti,
con l'universitarie, per creare un polo di alta ricerca e formazione. Ma per
far questo, devono sedersi allo stesso tavolo imprese, università, istituzioni
locali e politica.
Cento Passi
Esiste a Terni un problema di
mancanza di spazi per i giovani? E se sì cosa possono fare di più gli enti
locali?
DANIELE OLIVI (Rc)
Intanto, in questi tempi di
crisi, economica, politica e culturale, è difficile stimolare la
partecipazione. A Terni alcuni posti ci sono sempre stati, anche se forse a
volte un po' chiusi in se stessi e un po' uno contro l'altro. E' anche vero che
in certi casi la giunta comunale non ha aiutato con le sue ordinanze. Quello
che serve è proprio un'assemblea permanente che metta associazioni, partiti e
soggetti sociali a collaborare, mettendo da parte i pregiudizi. Naturalmente,
dai piani alti deve arrivare un aiuto, a partire da chi sta nelle istituzioni.
Capisco che mancano le risorse, ma luoghi così servono.
LUCIANO ZARA (Sel)
Non essendo un giovane qui ho più
difficoltà, comunque, la discussione sulla mancanza di spazi c'è sempre stata,
anche se a un livello generico. Non credo che la qualità della vita a Terni sia
peggiore rispetto ad altre città, come Perugia o Orvieto. La socializzazione
c'è, anche se magari avviene in luoghi del consumo. Però questo garantisce
anche sicurezza. Poi, non c'è solo un problema di offerta, ma anche di domanda.
Per esempio, una struttura come la sala prove “PanPot”, che è chiusa da alcuni
anni, non mi sembra aver suscitato una reazione particolare
tra i giovani ternani. Allora forse il problema è prima di tutto capire meglio
la domanda: quali sono questi spazi che mancano??
Detto questo, concordo sul fatto
che le amministrazioni comunali e purtroppo anche quella di Terni non possono
pensare di andare avanti a suon di ordinanze, che alla fine diventano anche
ridicole visto che poi non ci sono le forze per farle rispettare. Non si
governa con divieti su tutto. Bisogna avere relazioni con i cittadini e
soprattutto con giovani. Visto che le circoscrizioni stanno per scomparire
bisogna inventarci una nuova forma di partecipazione.
LORENZO DI SCHINO (Idv)
Io non credo che possono essere i
partiti ad incentivare l'aggregazione sociale tra i giovani. I giovani oggi
sono un soggetto lontano dalla politica, non solo a Terni, ma in tutta Italia.
Ed è vero che si tende a preferire l'aggregazione in luoghi di consumo, come
pub o bar. Poi però, quando si è provato a sviluppare iniziative diverse, il
Comune ha risposto con le ordinanze, finalizzate a mettere nell'angolo realtà
che favorivano aggregazione diversa da pub o discoteca. E sottolineo che le
responsabilità sono dell'attuale maggioranza, della quale facciamo tutti parte.
Questo è il nodo su cui i partiti potrebbero entrare in gioco: non tanto
organizzando loro momenti di aggregazione, ma cercando di colmare lacune
politiche e riparare a danni fatti.
Cento Passi
Un'ultima risposta secca: le vostre tre priorità di
politiche giovanili.
DANIELE OLIVI (Rc): Bandi
che favoriscano l'occupazione giovanile e il lavoro nel sociale; stimolo alla
ricerca su attività che producano ricchezza e non solo servizi; aiuto alle
giovani coppie, su case popolari e riqualificazione dei quartieri e stop alla
svendita di aree pubbliche per pochi soldi.
LUCIANO ZARA (Sel): Bandi
specifici per l'imprenditoria giovanile; nuovi momenti di coinvolgimento e
partecipazione del mondo giovanile; politiche abitative pubbliche con il recupero di abitazioni nel centro per giovani
coppie.
LORENZO DI SCHINO (Idv):
Scambi culturali internazionali per ragazzi fino ai 22,
23 anni organizzati da scuole e università (l'Ue mette a disposizione fondi per
questo); istruzione di un bando comunale per
finanziare attività giovanili ludiche, artistiche o scientifiche; costituzione
di una struttura che si occupi di dare indirizzo ad attività lavorativa o
formativa per trovare lavoro o migliorare la propria posizione occupazionale.