venerdì 11 gennaio 2013

14 Novembre: Terni al centro dello sciopero Europeo

Di Laura Ricci Centopassi N 2 Gennaio 2013


Sarà un autunno caldo per le lavoratrici e i lavoratori italiani: la CGIL ha infatti organizzato una serie di mobilitazioni per protestare contro la spending review e per ribadire la necessità di cambiare una politica economica che smantella lo stato sociale anziché ridurre gli sprechi. La revisione della spesa pubblica è uno dei pilastri dell’attività del governo tecnico, che vorrebbe stimolare la produttività e la competitività del Paese applicando tagli ai servizi pubblici con pesanti ripercussioni su welfare, sanità e istruzione, tanto per citarne qualcuno.

Siamo partiti il 28 settembre con lo sciopero del pubblico impiego indetto per l’intera giornata: gli statali hanno protestato contro i tagli imposti dal governo senza un reale confronto con le organizzazioni sindacali, e contro una politica economica che, invece di difendere il lavoro, continua a precarizzare e impoverire. Lo sciopero ha coinvolto anche la scuola il 12 ottobre, quando studenti e insegnanti si sono uniti per chiedere più risorse, più occupazione, stipendi adeguati e stabilità dei contratti, perché la crescita del Paese non può non tener conto del ruolo fondamentale giocato da istruzione, ricerca e cultura.  Stesse ragioni alla base dello sciopero dei trasporti previsto per l’intera giornata del 16 novembre: i lavoratori del settore chiedono il rinnovo del CCNL scaduto nel 2007, e protestano contro la riduzione dei servizi offerti al cittadino a fronte dell’aumento delle tariffe dei biglietti, proprio in un momento in cui il prezzo della benzina produce una maggiore domanda di trasporto pubblico.

Un Paese non può sperare di ripartire solo sulla base di tagli, per incrementare l’economia c’è bisogno di lavoro stabile e salari adeguati, di certezze per i milioni di giovani precari o disoccupati, di pensioni che non siano al limite della sopravvivenza. “I soldi si vanno a prendere dove ci sono” ha suggerito Susanna Camusso in una recente intervista “[...] dove ci sono i patrimoni, la corruzione, il sommerso.”.

Se non arriveranno risposte dal governo, la CGIL è pronta ad intensificare la mobilitazione fino allo sciopero generale, per ribadire la sua contrarietà ad una manovra che non sembra tener conto delle necessità degli italiani, lavoratori e non.

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