Il governo Monti ha presentato, all'interno del decreto
cosiddetto "salva-Italia", anche una norma riguardante la
liberalizzazione degli orari commerciali . Non più una limitazione alle sole
città d'arte ma la possibilità per negozi e ipermercati di aprire 24 ore al
giorno, la domenica e i giorni festivi, come Natale e Pasqua. Assieme a questa
norma, chiara e netta, si delinea anche il superamento dei vincoli in materia
di insediamenti commerciali, considerati contrari alla libera
concorrenza".
L'applicazione nelle città di questo pezzo del decreto potrebbe voler dire
l’apertura di un elevato numero di grandi strutture commerciali . L'autore di
questa normativa è l'ex garante alla concorrenza Catricalà, ora
sottosegretario, "noto per la grande disponibilità dimostrata nella sua
precedente attività verso la potente associazione della grande distribuzione
privata Federdistribuzione
Proprio Federdistribuzione pare aver scritto alcune parti della manovra Monti
riguardo al commercio di farmaci, di carburanti e quelle citate sul commercio
al dettaglio, identiche alle richieste avanzate negli ultimi mesi
dall’associazione. Federdistribuzione è riuscita negli anni, anche finanziando soggetti vicini
all'Università Bocconi (Cermes), a suscitare un grande interesse rispetto alla
propria piattaforma di liberalizzazioni.
Liberalizzazioni che innegabilmente porteranno maggiori
utili a quelle imprese ma che danneggiano l'occupazione, i consumatori, i
cittadini, la qualità della vita di milioni di persone.
Danneggeranno l'occupazione perché chiuderanno migliaia di
imprese piccole e grandi, che non potranno reggere la concorrenza, e le nuove
assunzioni non compenseranno che in minima parte i posti di lavoro persi. Crescerà la precarietà, già oggi a livelli
intollerabili".
Non solo."i consumi non aumenteranno, con l'estensione degli orari, ma si
sposteranno dal commercio “debole” a quello “forte”.
Danneggeranno i consumatori, perché quelle chiusure si
concentreranno nel residuo commercio nei quartieri, nel commercio di vicinato,
a favore dei grandi centri periferici. E gli anziani? E le persone con problemi
di mobilità? E chi non ha l'auto? E chi non ha una mezza giornata per fare la
spesa?
Danneggeranno i cittadini, perché nelle aree dove scompare
il commercio cresce il disagio sociale, appare la malavita. In particolare si
annuncia un autentico disastro per i centri storici, con l'accentuazione del
fenomeno della desertificazione commerciale".
E infine, "danneggeranno i lavoratori, o meglio le lavoratrici, che sono
la stragrande maggioranza degli occupati nel commercio . Già oggi il netto
peggioramento delle condizioni di lavoro è sotto gli occhi di tutti. Domani la
crescita del lavoro notturno, domenicale e festivo, aprirà una frattura tra le
lavoratrici e le proprie famiglie, farà crescere il disagio a tutti i livelli.
Ecco perchè contro la falsa liberalizzazione del commercio debbono attivarsi
tutti: gli enti locali, le forze politiche, i lavoratori e i cittadini".
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