sabato 12 gennaio 2013

Questione Giovanile? Questione di futuro!


Di FAB.RI e ALE.RAM  Centopassi N 2 Gennaio 2013
 


 
Quale è la condizione delle ragazze e dei ragazzi ternani? Quali sono le possibili strategie di intervento? Cosa ne pensano i partiti della sinistra



Uno degli obiettivi fondamentali di “Cento Passi”, il periodico dei giovani della Cgil di Terni, è quello di sollecitare un dibattito sulla condizione giovanile, con particolare attenzione alla situazione locale. Per questo abbiamo deciso di organizzare un forum con i responsabili delle politiche giovanili dei partiti di centrosinistra (essendo, crediamo, troppo distante da noi la cultura politica della destra, tutta business, immagine e sicurezza). A questo primo appuntamento del forum (che noi vorremmo trasformare in uno spazio di discussione permanente) hanno partecipato tre forze politiche locali: Sel, Idv e Rifondazione Comunista. Pd e Socialisti, naturalmente invitati a partecipare, non hanno potuto portare il loro contributo, ma si sono detti assolutamente disponibili a rientrare al più presto nel forum.

Ecco una sintesi di questa prima discussione.

 Cento Passi

Abbiamo sentito l'esigenza di organizzare questo forum perché avvertiamo l'assenza di un dibattito adeguato a livello locale (ma anche nazionale) sulla questione giovanile, e perché, come sindacato, ci poniamo il problema di come rappresentare un mondo del lavoro sempre più difficilmente rappresentabile. E poi, il disagio giovanile non è solo legato alla condizione lavorativa, ma è un problema sociale in senso più ampio, ad esempio collegato alla mancanza di spazi, che non siano soltanto luoghi di consumo.

Allora, il punto è questo: le forze politiche che governano a livello locale devono avviare un dibattito. Non pretendiamo ovviamente di avere oggi soluzioni, ma chiediamo che di questo tema si cominci a parlare sul serio.

 

DANIELE OLIVI (Rc)

Credo che nei partiti si parli dei giovani, ma il problema è che lo si fa sempre in maniera abbastanza superficiale. Si dice sempre: diamo spazio ai giovani, ma questa rischia di restare una frase fatta. Certo che è che i dati che avete elencato, ai quali aggiungerei l'ormai immancabile condizione di precarietà dei giovani, ci parlano di una situazione critica. Per questo ritengo che sia necessario fare maggiore ricerca sulla condizione dei lavoratori precari. E questo è senz'altro un compito dei partiti, da portare avanti insieme al sindacato.

 

LUCIANO ZARA (Sel)

Prima di tutto, il fatto che io non sia un giovane testimonia la difficoltà che i partiti incontrano nell'avere una militanza attiva giovanile forte e convinta. Parlando di precarietà, va detto che ormai questo non è un tema esclusivamente giovanile visto che è facilissimo trovare 50enni che sono precari da decenni, pensiamo a mondo scuola. E questo crea quasi un'assuefazione a considerare non solo il posto fisso, ma addirittura la possibilità di arrivare a stabilizzazione in futuro, come un privilegio. Certo, i giovani sono quelli che ne soffrono di più. Una volta c'era differenza di retribuzione tra uomini e donne, oggi si è aggiunta una differenza generazionale.

Contro questo ricatto della precarietà a Terni abbiamo però lanciato un'iniziativa, un comitato ternano di sostegno alla legge popolare sul reddito minimo garantito ed è partita la raccolta firme davanti a ufficio provinciale per il lavoro.

 

LORENZO DI SCHINO (Idv)

In generale i partiti parlano della questione giovanile, ma nel mio partito il dibattito è troppo superficiale. Si guarda esclusivamente la sfera nazionale, quando il problema va invece calato sul territorio. Per questo mi convince l'idea di creare un forum permanente, coinvolgendo tante realtà giovanili, il cui obiettivo sia formulare una proposta per cambiare la realtà attuale.

Io vedo due punti di intervento prioritari: uno sull'istruzione, secondaria e universitaria e l'altro sul mondo del lavoro e sulla precariato, che ormai non è più una condizione individuale, ma una vera e propria classe sociale.

Fondamentale, a mio avviso, è il rilancio della formazione professionale e dell'università, che va portata per lo meno al livello di quelle europee. Non è possibile che i nostri pari stranieri siano sul mercato del lavoro 2-3 anni prima. Dal momento che c'è l’Unione Europea dobbiamo cercare di partire tutti quanti dallo stesso punto di partenza.

 

Cento Passi

A Terni l'occupazione giovanile (25-35) è ferma al 63% contro il 78% di Perugia. Ci sono meno opportunità di lavoro e la retribuzione media di un giovane è di 400 euro inferiore rispetto a un over 35. Siamo un territorio che chiude Ingegneria dei materiali, che chiude metallurgia, mentre si continuano a sfornare corsi per parrucchiera. Quali sono le vostre idee rispetto a questa emergenza occupazionale?

 

DANIELE OLIVI (Rc)

A Terni come in Umbria le politiche nazionali hanno impoverito regione, province e comuni. Ma io credo che andrebbe fatto uno sforzo per finanziare progetti di inserimento lavorativo. Con una regola precisa però: che alla fine del periodo di prova le aziende debbano assumere il lavoratore.

 

LUCIANO ZARA (Sel)

Dobbiamo essere consapevoli del fatto che una serie di risposte non possono più venire nemmeno dal livello nazionale, ma serve un livello almeno europeo. C'è però qualcosa che si può fare anche a livello locale. Ad esempio la Regione Puglia, che nell'ultimo anno ha avuto il miglior risultato sul tasso di occupati, ha messo in campo una serie di azioni sull'imprenditoria giovanile, con incentivi per studiare all'estero e poi ritornare in Puglia, utilizzando risorse europee. E' un esempio che andrebbe studiato. E poi occorre ripensare come si utilizzano le risorse sulla formazione.

 

LORENZO DI SCHINO (Idv)

Il parallelo occupazionale con Perugia ha un spiegazione semplice: negli ultimi anni Terni ha risentito del crollo dell'attività industriale italiana. Per Terni, credo che una possibilità di rilancio stia in un forte investimento sulla green economy, mettendo a sistema le realtà imprenditoriali che negli ultimi anni si sono fatte avanti, con l'universitarie, per creare un polo di alta ricerca e formazione. Ma per far questo, devono sedersi allo stesso tavolo imprese, università, istituzioni locali e politica.

 

Cento Passi

Esiste a Terni un problema di mancanza di spazi per i giovani? E se sì cosa possono fare di più gli enti locali?

 

DANIELE OLIVI (Rc)

Intanto, in questi tempi di crisi, economica, politica e culturale, è difficile stimolare la partecipazione. A Terni alcuni posti ci sono sempre stati, anche se forse a volte un po' chiusi in se stessi e un po' uno contro l'altro. E' anche vero che in certi casi la giunta comunale non ha aiutato con le sue ordinanze. Quello che serve è proprio un'assemblea permanente che metta associazioni, partiti e soggetti sociali a collaborare, mettendo da parte i pregiudizi. Naturalmente, dai piani alti deve arrivare un aiuto, a partire da chi sta nelle istituzioni. Capisco che mancano le risorse, ma luoghi così servono.

 

LUCIANO ZARA (Sel)

Non essendo un giovane qui ho più difficoltà, comunque, la discussione sulla mancanza di spazi c'è sempre stata, anche se a un livello generico. Non credo che la qualità della vita a Terni sia peggiore rispetto ad altre città, come Perugia o Orvieto. La socializzazione c'è, anche se magari avviene in luoghi del consumo. Però questo garantisce anche sicurezza. Poi, non c'è solo un problema di offerta, ma anche di domanda. Per esempio, una struttura come la sala prove “PanPot”, che è chiusa da alcuni anni, non mi sembra aver suscitato una reazione particolare tra i giovani ternani. Allora forse il problema è prima di tutto capire meglio la domanda: quali sono questi spazi che mancano??

Detto questo, concordo sul fatto che le amministrazioni comunali e purtroppo anche quella di Terni non possono pensare di andare avanti a suon di ordinanze, che alla fine diventano anche ridicole visto che poi non ci sono le forze per farle rispettare. Non si governa con divieti su tutto. Bisogna avere relazioni con i cittadini e soprattutto con giovani. Visto che le circoscrizioni stanno per scomparire bisogna inventarci una nuova forma di partecipazione.

 

LORENZO DI SCHINO (Idv)

Io non credo che possono essere i partiti ad incentivare l'aggregazione sociale tra i giovani. I giovani oggi sono un soggetto lontano dalla politica, non solo a Terni, ma in tutta Italia. Ed è vero che si tende a preferire l'aggregazione in luoghi di consumo, come pub o bar. Poi però, quando si è provato a sviluppare iniziative diverse, il Comune ha risposto con le ordinanze, finalizzate a mettere nell'angolo realtà che favorivano aggregazione diversa da pub o discoteca. E sottolineo che le responsabilità sono dell'attuale maggioranza, della quale facciamo tutti parte. Questo è il nodo su cui i partiti potrebbero entrare in gioco: non tanto organizzando loro momenti di aggregazione, ma cercando di colmare lacune politiche e riparare a danni fatti.

 

Cento Passi

Un'ultima risposta secca: le vostre tre priorità di politiche giovanili.

 

DANIELE OLIVI (Rc): Bandi che favoriscano l'occupazione giovanile e il lavoro nel sociale; stimolo alla ricerca su attività che producano ricchezza e non solo servizi; aiuto alle giovani coppie, su case popolari e riqualificazione dei quartieri e stop alla svendita di aree pubbliche per pochi soldi.

LUCIANO ZARA (Sel): Bandi specifici per l'imprenditoria giovanile; nuovi momenti di coinvolgimento e partecipazione del mondo giovanile; politiche abitative pubbliche con il  recupero di abitazioni nel centro per giovani coppie.

LORENZO DI SCHINO (Idv): Scambi culturali internazionali per ragazzi fino ai 22, 23 anni organizzati da scuole e università (l'Ue mette a disposizione fondi per questo); istruzione di un bando comunale per finanziare attività giovanili ludiche, artistiche o scientifiche; costituzione di una struttura che si occupi di dare indirizzo ad attività lavorativa o formativa per trovare lavoro o migliorare la propria posizione occupazionale.

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